venerdì 12 aprile 2024

2024... si esce dalla zona di "comfort"...?! Idee alla rinfusa!

Il 2024 è inviato da più di 3 mesi...e io ancora non ho scritto nulla! 

Avevo deciso che quest'anno avrei provato "cose nuove", dopo il 2023 dedicato a piccoli gesti di attenzione all'ambiente. Così a gennaio ho fatto la mia prima lezione di sci di fondo dopo tanti anni in cui avevo la curiosità di provarci ma mi facevo frenare sempre da qualche blocco mentale (troppo faticoso, troppo costoso, ma poi non lo farei più, etc...). Finalmente ho fatto questa prova. E' difficile come pensavo ma mi è piaciuto e soprattutto mi sono sentita "fiera" di averci provato. Vorrei sicuramente ripetere l'esperienza. La lista di cose nuove da fare o provare è lunga ma devo dire che ho già messo da parte qualche "prima volta" oltre a quella dello sci di fondo e spero di continuare in questo viaggio di scoperta. 

Mi piacerebbe in questi mesi provare ad uscire dalla mia zona di "comfort" anche nella vita di tutti i giorni, avere il coraggio di cambiare qualche atteggiamento sbagliato. A volte ci si crogiola troppo nel "non ho tempo", per esempio, ma se ne perde molto in cose futili. Quindi un'obiettivo è anche quello di usare meglio il mio tempo. Gestirlo meglio. Lasciando abitudini sbagliate e dannose. 

Voglio lavorare anche sulla giusta mentalità e approccio alle cose che accadono e mi stanno intorno. Leggere alcuni libri mi sta facendo riflettere molto su come la realtà spesso è determinata da come la "raccontiamo" o da come la "ricordiamo".
Magari a breve farò una lista dei libri che sto leggendo e mi stanno dando spunti interessanti... 

Intanto vi saluto, breve ma necessario questo post per riprendere la mia presenza in questo blog. 
A presto... credo :)

mercoledì 29 novembre 2023

4 tappe sul Cammino dei Pescatori - Portogallo

Dal 22 al 25 settembre abbiamo percorso 4 delle 13 tappe ufficiali del Trilho Dos Pescadores percorso che da Sines porta a Lagos.

Leggendo vari racconti noi abbiamo deciso di fare le tappe dalla 2 alla 5 quindi da Porto Covo fino a Odeceixe. 

Venerdì 22 settembre da Lisbona abbiamo preso il Bus della Rede Expressos per Porto Covo. E alle 9.40 eravamo in questa cittadina a sud di Sines, nella regione di Setubal. Dopo una colazione abbondante abbiamo iniziato il nostro trekking. La giornata era afosa, con foschia che nel corso della giornata si è fortunatamente diradata. Il percorso di questa prima tappa è di circa 22-23 km quasi interamente su sabbia. La sabbia è in parte compatta e in parte morbida e una parte del percorso permette di passare direttamente sulla spiaggia. 


I panorami sono molto belli, l'oceano si mostra subito con la sua forza, è agitato e le onde sono alte. Vediamo spiagge piccole e poi altre più ampie. La vegetazione è bassa, quasi desertica e quindi il percorso è completamente al sole. Dopo esserci rinfrescati presso un bel bar su Porto das Barcas gli ultimi chilometri sono su asfalto. Arriviamo al Nomad Guesthouse dove abbiamo prenotato una (bellissima) camera. Beppe corre a fare una lavatrice in una lavanderia a gettoni perché da quanto letto nei prossimi giorni non ne incontreremo altre. La sera abbiamo cenato da Tasca do Celso, buon menù ma leggermente costoso anche se il servizio del locale è decisamente di livello medio alto. 

Sabato 23 dopo la colazione fatta in una pasticceria poco lontano dalla nostra Guesthouse acquistiamo dell'acqua e degli snack al supermercato e iniziamo la nostra seconda tappa. Sarà la più breve ma inizieremo percorrendo alcuni km sull'asfalto per uscire dalla cittadina. Attraverseremo il ponte stradale che passa sopra al fiume Mira e subito dopo entreremo in una boschetto di alberi di sughero molto affascinanti. Arriviamo alla spiaggia di Furnas dove c'è un piccolo bar. Beviamo una bibita fresca e riprendiamo il nostro percorso, più vario del giorno precedente. Attraverseremo una splendida spiaggia lunghissima (Brajo Largo) dove trascorriamo qualche ora e dove Beppe farà il primo "bagno" nell'oceano. Arriviamo ad Almograve, totale 15 km per questa tappa.


Ci fermiamo nuovamente a bere qualcosa di fresco in un bar prima di andare all'alloggio che abbiamo prenotato, AL Casa das Andorinhas, dove ci accoglie il simpatico Paulo. La casa è semplice ma pulita e completa di tutto! C'è anche la lavatrice che però non era indicata, se l'avessimo saputo il giorno precedente non avremmo fatto le corse per lavare tutto. Usciamo per vedere il tramonto dalla spiaggia e beviamo nel bel bar presente ammirando il sole immergersi nell'Oceano. Ceniamo da O lavrador, locale casalingo gestito da un signore molto cortese. 

La mattina di domenica facciamo colazione e partiamo per la terza tappa, la più lunga ma anche, a mio parere, la più bella (insieme con la seconda). La prima parte è fortemente panoramica su spiagge davvero di una bellezza ammaliante. Raggiungiamo il paesino di Cavaleiro dove facciamo una seconda colazione e ci riposiamo. Ripartiamo e poco dopo raggiungiamo Cabo Sardao con il suo faro. 


Da quel momento per alcuni chilometri il caldo si fa pesante e non si trova uno spazietto all'ombra. Inoltre il vento si calma. Un pezzo decisamente stancante. Raggiungiamo Portos Das Barcas dove beviamo qualcosa di fresco e chiaccheriamo con una giovane coppia irlandese. Ci rimettiamo in cammino e scambiamo qualche parola con tre coppie che arrivano dall'Alaska!

Raggiungiamo infine Zambujera Do Mar dove prima di andare nell'alloggio che ci ospiterà ci fermiamo in una spiaggia a riposarci e rinfrescarci. Se si esclude il pezzo finale in statale (comunque su marciapiede con la presenza di attrezzi ginnici) il percorso è sicuramente molto bello.

25 km totali!

Ammiriamo il tramonto e andiamo a cena da Sol Dourado, dove mangiamo veramente bene (zuppa con aragosta e rana pescatrice) ad un prezzo davvero ottimo!!!

Dormiamo a Casa Da Praia, dove non ci troviamo bene come le sere precedenti (per esempio: pochissima luce in camera). 



Lunedì 25 la giornata parte malissimo! Tutti i bar del paese (e ce ne sono tanti) alle 7.00 sono chiusi. Errore nostro non aver comprato qualcosa al supermercato la sera prima e non esserci informati sull'orario dei bar. Partiamo quindi per la nostra ultima tappa a stomaco vuoto, sapendo che non ci sarà ristoro prima di 10 km circa. La verità però è peggiore di ogni mio incubo (sono una amante della colazione e per me la giornata non può iniziare senza mangiare) perché non troviamo nulla sul nostro cammino prima dei 13 km. C'è un ristorante ad Azenha Do Mar. Non quello che mi aspettavo ma a questo punto mi va bene tutto e ci riposiamo e rifocilliamo. Proseguiamo fino alla Praia di Odeceixe dove ci bagniamo sul fiume e infine raggiungiamo il paese. Non andiamo nemmeno in centro perché dobbiamo raggiungere Sao Teotonio dove prenderemo il bus per Lisbona. Per paura di non fare in tempo restiamo all'ingresso del paese, beviamo qualcosa mentre contattiamo un taxi che possa portarci a Sao Teotonio. Arriviamo con un certo anticipo in questo paesino dove ci fermiamo a mangiare un panino in un bar dove parlano solo portoghese. Prendiamo infine il bus Rede Expressos alle 16.30 per rientrare a Lisbona dove arriviamo verso le 20.30.


La quarta tappa è stata di circa 22 km (dalla Praia di Odeceixe si possono scegliere due opzioni, noi non siamo andati proprio sulla spiaggia ma abbiamo costeggiato il fiume e fatto il ponte), purtroppo la prima parte della tappa, sicuramente molto più bella della seconda, non me la sono goduta a pieno per la fame. Abbiamo comunque potuto vedere varie cicogne appollaiate sugli scogli! Veramente molto bello. 

Questo cammino è sicuramente alla portata di tutti gli amanti delle escursioni. Non presenta particolari criticità e pur essendo a picco su scogliere impressionanti non si ha mai la sensazione di vertigini e il sentiero non è mai esposto se non in un piccolissimo tratto della quarta tappa. Ho letto che in primavera è il momento migliore per le fioriture. Non ho dubbi sia così. Sicuramente se si vuole godere anche dell'oceano non bisogna essere troppo freddolosi e forse l'estate sarebbe la stagione migliore ma il cammino è praticamente tutto al sole pertanto sconsiglio di scegliere i periodi più caldi a meno che non vogliate alzarvi prima dell'alba per camminare la mattina molto presto.


domenica 15 ottobre 2023

Lisbona, 10 anni dopo

 Dal 20 al 27 settembre siamo stati in Portogallo. 

A gennaio 2014 visitai con un'amica la capitale, Lisbona (qui il trovate il mio racconto https://andarpertrosi.blogspot.com/2016/01/lisbona-panorami-bellissimi-e-abitanti.html) e mi piacque moltissimo. 

Tornarci dopo 10 anni per alcuni giorni (siamo stati in città il 20 e il 21 e poi siamo rientrati la sera del 25 fino alla partenza il 27) mi preoccupava...avrei trovato la stessa città? I miei ricordi sarebbero stati rovinati da una nuova esperienza? In realtà ho avuto la conferma di come questa città così piena di anime diverse mi piaccia molto!

Mercoledì 20 ci siamo alzati nel cuore della notte per poter prendere l'aereo in partenza alle 5.50 dall'Aeroporto Marco Polo. Il volo Ryanair è stato regolare e tranquillo. Dopo aver recuperato lo zaino di Beppe che viaggiava in stiva ci siamo diretti verso la metropolitana dove abbiamo acquistato la VIVA VIAGEM, la tessera per i trasporti pubblici, e abbiamo preso il biglietto 24 ore che permette l'utilizzo di tram, metro, bus e degli ascensori. 

Lasciamo i bagagli nell'alloggio prenotato tramite booking a Campo Pequeno, la stanza naturalmente non era ancora disponibile. Siamo usciti subito per andare verso il centro. Con la metro siamo arrivati alla fermata di Baixa-Chado uscendo proprio davanti al bar La Brasilera dove si trova la statua di Pessoa. Mi faccio fare molte foto da Beppe, questo è uno dei luoghi che più mi ricordano il precedente viaggio in questa città.

Camminiamo per il centro, prima visitiamo il Monastero dos Carmo, famoso per non essere stato mai "sistemato" dopo il terribile terremoto che nel 1755 distrusse la città. Purtroppo è parzialmente coperto per ristrutturazione. Usciamo e vediamo l'ascensore de Santa Justa, poi andiamo al Miradouro de San Pedro de Alcantara e prendiamo l'elevador Gloria. Ci troviamo quindi a pochi passi dal Rossio, la stazione ferroviaria principale, percorriamo la Rua Augusta e arriviamo in Praca do Commercio.

Dopo le foto di rito andiamo nella Chiesa di Sant'Antonio e passiamo davanti alla Cattedrale che visiteremo il giorno successivo. Proseguiamo verso il miradouro più bello della citta quello di Santa Lucia. E' pieno di gente però ed è quindi praticamente impossibile riuscire a fare una bella foto. Ci fermiamo a mangiare qualcosa poco più avanti da O prego, io prendo un'insalata di quinoa, fresca e buona!

Andiamo al Miradouro da Graca e decidiamo di andare a prendere il tram 28 per fare l'intero tragitto, restiamo così in coda al capolinea di Matrim Moniz praticamente 1 ora! Il giro però si rivela davvero bello oltre che divertente. Scendiamo al capolinea di Campo Oriuque.

A piedi passiamo davanti al Parlamento e ci fermiamo a mangiare il primo pasteis de nata in zona Miradouro de Santa Caterina, vediamo l'elevador Bica che però non prendiamo perché non è chiaro quando partirà, naturalmente dopo esserci mossi l'autista si palesa e muove il mezzo!

La sera voglio andare a cena al Parque das Nacoes, la zona è moderna e piacevole, ci sono molti ristoranti e alla fine scegliamo il Tacho Do Pescador, dove mangiamo bene ad un costo onesto. 

Giovedì 21 è prevista pioggia, quindi ci alziamo con calma, usciamo per la colazione cercando di non bagnarci troppo testa ma, dopo essere rientrati in camera per lavarci i denti, smette subito di piovere e possiamo uscire tranquilli. 

Prima di tutto prendiamo l'elevador Santa Justa, poi andiamo a visitare la Cattedrale, e per pranzo, con un bus, ci dirigiamo in Lx Factory, un ex zona industriale rivalutata, ora centro culturale e commerciale per start-up, negozi alternativi e ristoranti. Ci piace molto l'atmosfera, pranziamo dal mexicano Ni Michi Cocina Latina e poi visitiamo alcuni negozi presenti. La libreria è assolutamente imperdibile!!!

Facciamo un salto a Belem, io spero di riuscire magari a visitare la torre ma ci sono troppi turisti (nel frattempo infatti la giornata è diventata bellissima quindi c'è davvero tanta gente ovunque) e non vendono più biglietti per quella giornata. Facciamo un sacco di foto. Andiamo a prendere i Pasteis de Belem alla Pasteleria più famosa della città, e una delle più famose pasticcerie del mondo. Non c'è niente da dire, i pasteide de nata sono buoni ma il pastel de belem è sublime! Per me vince a mani basse!!!

Rientriamo in stanza e per la cena rimaniamo in zona campo pequeno. Ceniamo abbastanza bene da Rubro. Il giorno dopo ci siamo svegliati presto per andare a prendere il bus che ci porterà all'inizio del nostro cammino.

Lunedì 25 in serata raggiungiamo, di ritorno dal nostro cammino, l'alloggio prenotato per le nostre ultime 2 notti in portogallo. Prima di addormentarci prenoto online l'entrata al Monastero dos Jeronimos per la mattina successivo alle ore 10.00.

Martedì 26 dopo la colazione alla Pasteleria de Belem ci mettiamo in coda per il Monastero. Infatti nonostante la prenotazione (e l'acquisto del biglietto) con orario prestabilito in realtà bisogna fare sempre e comunque la coda. Sinceramente la disorganizzazione di questo luogo che è uno dei monumenti più importanti, e più visitati, della città (e di tutto il Portogallo) mi ha lasciato interdetta. Siamo stati sotto il sole in coda per almeno 1 ora. Una volta dentro non esistono audio guide e nemmeno depliant esplicativi. Fortunatamente però il Chiostro è di una bellezza che lascia senza parole. Lo stile manuelino qui trova la sua massima espressione. Un capolavoro! Anche la chiesa è molto bella. Purtroppo però non ci si può muovere in libertà e la visita diventa poco godibile.

Passiamo per la camera e poi prendiamo il treno per andare a Cascais dove passiamo qualche ora e pranziamo in un piccolo locale con i tavolini fuori (a Maritimo). La cittadina è molto elegante e la giornata è calda. Ci pentiamo di non avere con noi il costume da bagno e il telo mare. Rientriamo in camera per una doccia e ci prepariamo per la serata.

Andiamo in centro per prendere nuovamente il tram 28, sbagliamo tutto per colpa di maps e dopo aver girato "a caso" riusciamo a prendere il tram per qualche fermata, passiamo per il centro e alla fine andiamo a cena dal brasiliano O Boteco, locale estremamente elegante dove mangiamo ottima carne.

Mercoledì 27 colazione in pasticceria, visita alla torre di Belem, prenotata il giorno prima all'orario di apertura. Entriamo e siamo solo noi sulla terrazza per qualche minuto. Meraviglioso!!! 

Prima di andare all'aeroporto ci fermiamo a mangiare qualcosa al mercato di Riberia. 


sabato 16 settembre 2023

Lagonegro: quando l'imprevisto regala scoperte interessanti

Un imprevisto mi ha costretta 4 giorni (e 4 notti) a Lagonegro, piccolo paese sulle colline dell'appenino Lucano (fa parte del Parco Nazionale Val d'Agri e Lagonegrese). 

La mia innata curiosità mi ha permesso di non stare ferma a leggere libri (cosa che comunque amo tantissimo fare) ma di conoscere questa località e quelle attorno. 

Il primo pomeriggio, lunedì 7 agosto, l'ho trascorso visitando il centro del Paese e la mostra fotografica dedicata a Mango, cantante originario proprio di qui. La zona storica è molto caratteristica, e il centro cittadino è ben curato. 


Martedì 8 agosto parto presto dall'hotel che mi ospita e vado dove Google Maps mi dice essere il Terminal Bus. Arrivata li mi rendo conto che il luogo è sbagliato e sono fortunata perché tramite il benzinaio prendo un passaggio gratuito su un Bus vuoto che passerà per il vero Terminal. Prendo il BUS che va verso il lago Sirino dove scendo per la mia passeggiata. Il Lago è molto piccolo ma delizioso. La giornata è splendida e il lago riflette ogni cosa intorno. 






Vado a vedere le sorgenti del lago, sentiero molto breve e fiabesco.


Dovrebbe esserci un sentiero per raggiungere Lagonegro ma dopo pochi metri ad un bivio non ci sono più i segnali per la mia direzione e sono costretta a percorrere la statale. Dopo un paio di km ritrovo il sentiero ciclopedonale che si rivela piacevolissimo e ben tenuto. Alla fine ho percorso 8 km in circa 2 ore.


Mercoledì 9 vado al Convento di Santa Maria degli Angeli percorrendo un sentiero non molto praticato. In alcuni momenti mi domando se ho fatto la scelta giusta o non ho "rischiato troppo". Il sentiero è bellissimo ma l'erba in alcuni punti è molto alta. Si incontrano frasi tratte dai salmi e le stazioni della Via Crucis, sono talmente impegnata a seguire il sentiero che non mi accorgo di almeno 6/7 stazioni. Arrivo alla chiesa e dopo aver riposato un po' decido di prendere la strada asfaltata che per almeno un km è terribile perché in salita e completamente al sole. Sono le 11.30 quindi il caldo è particolarmente pesante. Finalmente arrivo a Lagonegro dopo 10.5 km e 500 metri di dislivello totali.




Giovedì 10 agosto mi rilasso prendendo il BUS che porta a Sapri. Sconfino quindi in Campania. Visito la cittadina famosa per la poesia della Spigolatrice di Mercantini che ricorda l'episodio della sfortunata spedizione di Carlo Pisacane che tentava un'insurrezione popolare contro i Borbone. Passeggio per il bel lungomare, mi riposo bevendo qualcosa di fresco in riva al mare. Rientro a Lagonegro per le 13.30.




Il venerdì ho lasciato questo paese che mi ha ospitata in un momento faticoso e mi ha regalato dei momenti di pace immersa nel verde bellissimo della Basilicata!

sabato 24 giugno 2023

Due notti al Rifugio Antermoia

 Da tempo volevamo effettuare un'escursione al Lago Antermoia in Val di Fassa. La distanza ci ha portato a decidere di alloggiare almeno una notte in zona. Non avendo mai effettuato passeggiate sul Catinaccio abbiamo deciso di dedicare 3 giorni con iniziale idea di dormire in 2 rifugi diversi. Per una serie di concause abbiamo alla fine pernottato nello stesso Rifugio entrambe le notti. 

Venerdì 16 giugno siamo arrivati a Fontanazzo (di Fassa) verso le 10.30 (dopo una sosta per un caffè nell'unico bar senza brioche dell'arco alpino) e abbiamo lasciato l'auto in un piccolo parcheggio gratuito. 

Abbiamo preso il sentiero 577 per la Val di Dona. Tra le possibili ascese al Rifugio Antermoia questa è una delle più brevi ma con pendenza significativa. Sicuramente è un bel percorso che però consiglio solo in salita in quanto quella pendenza in discesa risulta sicuramente faticosa (questo vale per chi come me soffre molto più la discesa della salita).

Il percorso in parte nel bosco giunge al piccolo e bellissimo Rifugio Dona dove abbiamo pranzato e ci siamo riposati. Peccato per il vento molto forte. 

Da quel punto in poi il percorso si fa più tranquillo e il panorama inizia ad aprirsi. Bisogna poi affrontare la salita al Passo Dona, giunti al passo ecco comparire il Rifugio Antermoia in mezzo ad un paesaggio brullo e lunare. 

Arrivati al Rifugio dopo 8.5 km e 1150 metri di dislivello in circa 3 ore ci siamo sistemati nella stanza che avevamo prenotato e siamo usciti per vedere il LAGO. Che dire? Molti laghi alpini sono affascinanti ma vedere questo specchio d'acqua praticamente senza altre persone intorno è stato molto bello. Abbiamo fatto molte foto anche se il tempo era leggermente coperto. 


Dopo una buona e abbondante cena, costatando non fosse possibile stare fuori senza una giacca a vento, siamo andati a dormire.

La mattina di sabato ci siamo alzati presto e dopo colazione, alle 8.00 eravamo già pronti per partire per la nostra escursione. 

Ingenuamente, fidandoci dei tempi normalmente previsti per percorrere il sentiero fino al Rifugio Vajolet, siamo partiti convinti di poter valutare la salita al Rifugio Re Alberto.

In realtà dopo 1 h eravamo ancora al Vallon di Antermoia, un po' per via delle foto al lago e un po' perché la presenza di molta neve non permetteva una facile passeggiata. La salita al Passo Antermoia poi è durata un'altra ora tra neve e rocce. La vista dalla Forcella è qualcosa di magico! Abbiamo scattato foto e visto che il telefono non prendeva la linea al Rifugio ma lì invece c'era abbiamo approfittato per comunicare con il mondo. 

Lentamente abbiamo iniziato la discesa verso il Passo Principe. Il problema è che il sentiero ufficiale, del quale ho visto delle immagini e non presenta particolari criticità oltre ad essere abbastanza breve, non era percorribile per la neve e i tracciati percorsi da altri escursionisti davano varie possibilità di discesa. Io non amo le discese ripide e ci trovavamo davanti ad un ghiaione da attraversare con tratti di neve dove i ramponcini si sono dimostrati assolutamente indispensabili.

2 ore per la discesa! Un tempo da record (negativo)!!!

Dal Passo Principe il sentiero per i Rifugio Vajolet e Preuss era libero e abbiamo iniziato una discesa veloce e molto panoramica. Abbiamo pranzato al Rifugio Vajolet già proiettati al ritorno, io in particolare in panico perché non ero convinta di poter affrontare nuovamente quel percorso. L'alternativa però sarebbe stata troppo lunga (escludendo la possibilità di salire dal Passo delle Scalette avremmo potuto scendere al Gardeccia e poi a Pera di Fassa. Da lì prendere un mezzo per Fontanazzo o Campitello e risalire all'Antermoia). Dopo un brevissimo riposo mi sono messa in marcia affrontando più velocemente possibile il primo tratto fino al Passo Principe che non comportava alcuna difficoltà. Abbiamo bevuto un caffé e mangiato un pezzo di torta nel caratteristico rifugio e abbiamo iniziato la faticosa salita sul ghiaione. Speravo fosse più semplice della discesa ma con la neve molliccia per la temperatura e alcuni tratti particolarmente pendenti che costringevano ad una vera scalata abbiamo raggiunto il Passo Antermoia comunque in 2 ore... Da lì la discesa è stata un po' più semplice ma la stanchezza mi ha rallentato molto e l'arrivo al Rifugio è stato una liberazione. Soprattutto perché siamo giunti giusto in tempo per la cena con 10 ore totali di attività!

Il tracciamento ha segnato quasi 21 km per 800 metri di ascesa, ma credo che dipenda dal fatto che Giuseppe è dovuto tornare spesso sui suoi passi per recuperarmi quindi credo che i km effettivi siano stati meno, significativa però la differenza del percorso in quei giorni rispetto a quello ufficiale estivo molto più corto.

Domenica dopo colazione e un rapido saluto al lago inizia il nostro rientro, prima raggiungiamo il Passo Dona, poi abbiamo preso il bivio per la Val Duron, abbiamo raggiungo il Passo Ciaregole e la bellissima Baita Lino Brach dove ci siamo riposati e abbiamo fatto una piccola seconda colazione.

Abbiamo raggiunto il Rifugio Micheluzzi e poi ci siamo diretti a Campitello di Fassa per rientrare al parcheggio di Fontanazzo dove ci aspettava l'auto. 12 km per 1100 metri di dislivello in discesa.

Che dire? L'ambiente e i panorami del Catinaccio sono effettivamente magnifici come descritti da altri prima di me, i percorsi non sembrano troppo complicati ma sicuramente in quei giorni abbiamo trovato condizioni non ancora ottimali. Il lato positivo è stato certamente vedere quei luoghi non troppo affollati e quindi goderne in tranquillità.

domenica 11 giugno 2023

Prima escursione in solitaria: Lago Boè da Arabba

Dopo qualche tempo impegnati in altro e con il tempo che faceva le bizze, siamo tornati in montagna sabato 27 maggio, andando a pranzare al Rifugio Bruto Carestiato, partendo da Malga Framont, dove eravamo stati a febbraio 2020 e trovando l'ambiente bello e la cucina genuina come ricordavamo. Sentiero breve e affascinante sotto le pareti della Moiazza.

Il weekend del 2 giugno sono stata a Reggio Emilia ospite di una cugina di mia mamma, ho visitato Brescello, famosa per essere stata la città di ambientazione dei film di Don Camillo e Peppone, e la casa dei fratelli Cervi a Gattatico. Poi ho dedicato una mattinata a Reggio Emilia con visita al Museo del Tricolore, alla Galleria Parmeggiani, e alla Casa dei Musei.

 
Ma in questo articolo voglio parlarvi di sabato 11 giugno. Giuseppe ha partecipato al Sella Ronda Bike Day e io ho approfittato per fare salire con lui in auto e fare un'escursione partendo da Arabba.

Ho percorso un anello che mi ha portato prima a Plan Boè, poi molto lentamente al Lago Boè. Mi sono fermata a prendere da bere alla Funivia Boè e da lì ho seguito il sentiero per il Passo Campolongo rientrando poi ad Arabba.

14 km totali per 600 mt di dislivello positivo in 4 ore e 10 di cammino. 


Inizialmente volevo passare per i Bec de Roces belle formazioni rocciose e valutavo la possibilità di arrivare al Rifugio Kostner. Considerando che i nuvoloni minacciosi sono comparsi già dopo 40 minuti dall'inizio della mia escursione, che Giuseppe mi diceva di aver preso la grandine ho preferito evitare il rifugio, decisamente lontano con salita ulteriore abbastanza impegnativa. I bec de Roces invece li ho "evitati per errore". La salita era abbastanza impegnativa anche se costante. 


La mia lentezza nel tratto in prossimità del bivio mi ha portato a scegliere di andare direttamente al Lago pensando di passare al ritorno verso i bec de roces. Conto però di tornare per raggiungere il Rifugio, in quell'occasione sicuramente visiterò anche le formazioni rocciose.


Il percorso non presentava difficoltà tecniche ma richiede sicuramente un certo grado di impegno in quanto la salita in alcuni tratti ha una pendenza significativa, inoltre ho incontrato un paio di zone con la neve.
 
















Nel complesso sono stata molto contenta, il panorama era meraviglioso e ho potuto passeggiare quasi sempre in completa solitudine ammirando paesaggio, rumori della natura e salutando qualche marmotta.

sabato 20 maggio 2023

Scrivere di cammini ... e altre riflessioni con il cuore in Romagna

Da un po di tempo faticavo a scrivere nel blog, per due motivazioni: la prima riguarda il fatto che in questi mesi, rispetto agli anni scorsi, ho avuto meno modo di fare qualche passeggiata o escursione; la seconda motivazione è invece legata ad una sensazione di essere sommersa dalle parole di altri camminatori ("di professione")

E' vero, li ho cercati io e li seguo io nei social, posso semplicemente non seguirli più o non leggere sempre tutto quello che pubblicano così pieno di... "superfluo"...

Il 2 maggio vengo colpita da un post di Un Mondo Pellegrino in cui si riesce a dare parole a questa  sensazione, ne riporto alcuni passi:

"→→→Merce rara→→→

Per la maggior parte del tempo non ho granché da raccontare. Mi stupisco spesso della quantità di messaggi, video, articoli che vengono pubblicati sul cammino. Spesso sono fuffa, le solite banalità rimescolate allo scopo di cavalcare l'onda della pubblicità piuttosto che per esprimere un concetto. Fermamente credo che le regole del marketing non si dovrebbero applicare al cammino e non perché non funzionino (...) Si tratta di una questione etica. (...) Perché quindi darvi in pasto qualcosa che non ritengo nell'interesse di chi leggerà? Sulla rete gira di tutto e molto spesso la si consuma solo per voracità. Non riesco proprio ad entrare in questo ingranaggio dello "scrivi quello che ti pare, tutto fa brodo" ed è un problema in un momento storico in cui tutti sembrano sapere cosa dire o fare e nessuno si vergogna più dei propri errori. Questa "era dei contenuti" non fa che trasformarci in contenitori, sempre più grassi e pieni di pattume, sempre più consumatori di prodotti, sempre meno ricchi di esperienze. (...) Non è titubanza, solo rispetto per la qualità e per i lettori. Preferisco poco e bene, come il cammino. (...)"

Il fatto è che per molti il cammino è diventato il proprio lavoro ma la costante presenza, spesso con contenuti del tutto privi di utilità od interesse, poco ha a che fare con quello che ci spinge a mettere un piede dietro l'altro per conoscere.

Aggiungo ancor più che quello che nei giorni scorsi è avvenuto in Romagna, l'alluvione che ha coinvolto molte citta e le frane (oltre 200) cadute o che minacciano paesi, strade, etc... e che per chi ama camminare in natura dovrebbe essere fonte di dolore, sembra non aver toccato questi camminatori di professione che continuano a scrivere dei loro tanti impegni senza nemmeno una parola su quei luoghi. Una regione, l'Emilia Romagna, in cui passano moltissimi cammini, vie, pellegrinaggi e che sicuramente questi "personaggi" hanno percorso in lungo e in largo. 

Ostentano tutto ma non condividono solidarietà? 

Avevo iniziato a scrivere questo post una settimana fa, i fatti degli ultimi giorni mi hanno portato ad aggiungere la seconda parte che non contraddice affatto quello che volevo esprimere.

Per quanto possa valere, nel mio piccolo, il mio cuore e la mia solidarietà vanno a quei comuni colpiti, dai più grandi Ravenna, Faenza, Forlì, Cesena, ai più piccoli, alle frazioni isolate, alla geografia mutata e agli alberi che non ci sono più. Ho camminato sulla Via degli Dei, avevo individuato La via dell'Unione per futuri cammini. Il carattere sorridente e gentile della popolazione di quelle zone, tutto mi rattrista.

L'occupazione del suolo, la cementificazione, il cambiamento climatico, etc, tutto ciò che ha causato e peggiorato la situazione non possono più essere ignorati. Fino a quando si potrà continuare a fingere di poter vivere come abbiamo fatto fino ad ora?